Si aprirà il 30 ottobre il ciclo di eventi organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica nell’ambito delle celebrazioni del Novantennale. L’obiettivo complessivo, si legge sul portale www.inu90.com, è quello di restituire “l’impegno politico culturale dell’Istituto selezionando e trattando alcuni grandi temi che hanno percorso la vita lunga dell’INU, che ne restituiscono il ruolo nel paese e nel campo disciplinare, ma anche la dinamica interna delle posizioni, mettendone in luce impegno civile e competenze”.
Il primo evento si svolgerà online la mattina del 30 ottobre, e avrà l’indicativo titolo “L’INU, le istituzioni, la politica”. Seguiranno nei mesi di novembre e a gennaio 2021 incontri dedicati rispettivamente alla marginalità e ai rischi territoriali e sociali e al regime dei suoli e degli immobili.
L’organizzazione dell’incontro del 30 ottobre è affidata a Carlo Alberto Barbieri e Giulio Ernesti, componenti del Comitato scientifico delle celebrazioni del Novantennale. Ci sarà una prima parte introduttiva, interpretativa e periodizzata con la relazione dei curatori. La seconda parte, introdotta da Barbieri, sarà incentrata su Testimoni privilegiati (delle istituzioni e della politica: l’ex ministro Nerio Nesi, il senatore Vasco Errani, l’assessora all’Urbanistica del Comune di Livorno, già presidente dell’INU, Silvia Viviani, il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut, Gaetano Fontana che rappresenterà l’alta pubblica amministrazione) e loro testimonianze e considerazioni. In una più breve terza parte, introdotta da Giulio Ernesti, avrà luogo un dialogo con alcuni discussant: Marco Romano, Leonardo Ciacci, Giorgio Piccinato. Le conclusioni saranno del presidente dell’INU Michele Talia.
Non è un caso che il primo evento del ciclo del Novantennale sia dedicato al rapporto dell’INU con le istituzioni e la politica. Barbieri spiega che si tratta di “un tema costitutivo dell’Istituto, fa parte della sua natura sin dalla sua nascita, e soprattutto a partire dal 1949 quando venne ricostituito nel quadro repubblicano attraverso un decreto del Presidente della Repubblica. L’INU promuove la buona pianificazione e la cultura della città e del territorio e il rapporto di questa missione con le istituzioni è strettissimo, visto che esse governano il territorio e sono attori principali del sistema della pianificazione”. Poi, prosegue Barbieri, è naturale che “parlando di istituzioni entri in scena, nel quadro della democrazia rappresentativa, la politica, ma attenzione, il rapporto dell’INU con la politica non si sviluppa di per sé bensì in quanto essa è protagonista all’interno delle istituzioni”. Ripercorrere la storia dell’INU, come avverrà il 30 ottobre, significa ripercorrere la storia del Paese attraverso il filtro della pianificazione e del governo del territorio. Parlare di INU e istituzioni implica, spiega Barbieri, anche mettere in luce una peculiarità che l’INU ha fatto sua sin dagli anni Settanta del secolo scorso, ponendosi, per promuovere la buona pianificazione, in rapporto allo Stato certo, ma sempre dalla parte delle autonomie locali: le città sempre e le Regioni, poi le Province, infine le Città metropolitane.
Anche Ernesti ritiene che il rapporto dell’INU con le istituzioni e la politica sia un “un tema fondativo, con la consapevolezza che l’INU nasce quando era al potere il regime fascista. Ci sarà sempre il nodo dell’adattamento di quel sapere al contesto repubblicano”. Un adattamento e un’evoluzione che avverrà in parallelo all’avanzamento e al cambiamento del quadro politico nella storia del Novecento italiano: “E’ nel corso degli anni Trenta del secolo scorso che la disciplina urbanistica matura il proprio bagaglio teorico, metodologico e strumentale rafforzando il rapporto con le istituzioni e la politica, in relazione al progetto di società del fascismo”. La rinascita dell’INU nel contesto repubblicano avverrà, spiega Ernesti, “attraverso un’operazione molto attenta dal punto di vista culturale. Bisognava traghettare nella democrazia un sapere che di fatto era stato costruito in ragione di un altro progetto di società”. I cardini diventano la necessità della dimensione regionale del piano e l’ambizione di essere interpreti del bisogno di una società nuova. Non è un caso che l’urbanistica svilupperà riferimenti importanti nei partiti socialista, comunista, d’azione, interpreti di una democrazia pianificata, e che sarà la formula politica del centrosinistra, in cui il Psi entra a fare parte dell’area di governo, che faciliterà lo sviluppo di un confronto più continuo tra l’urbanistica e l’INU e le istituzioni e la politica. I pilastri teorici sono tre, elenca Ernesti: “La programmazione, non solo economica ma anche urbanistica, le Regioni che garantiscono la democratizzazione e l’applicazione del sapere, e la legge urbanistica, che ha l’obiettivo di garantire una migliore distribuzione delle risorse sui territori”.
Andrea Scarchilli - Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica
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