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Campos Venuti, la lezione del riformismo

Si è tenuto il 14 gennaio scorso a Roma, nell’Aula Magna Bruno Zevi della Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza, il convegno “Amministrare l’urbanistica sempre. La coraggiosa serietà del riformismo di Giuseppe Campos Venuti”, in ricordo del grande urbanista scomparso nel settembre scorso. Il convegno è organizzato dal Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura della Sapienza, in collaborazione tra gli altri con l’Istituto Nazionale di Urbanistica.


Laura Ricci, direttore del Dipartimento, ricorda che il titolo del convegno è un chiaro riferimento e omaggio a due testi di Campos Venuti, “Amministrare l’urbanistica” e l’aggiornamento “Amministrare l’urbanistica oggi”. Per Ricci nella lezione di Campos Venuti è evidente e attuale oggi “la necessità di un approccio riformista all’urbanistica, di un’urbanistica militante e che sia anche utile a governare il territorio”. Il convegno è stato articolato in quattro momenti: uno introduttivo, in cui oltre a Laura Ricci sono intervenuti il presidente dell’Inu Michele Talia e il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut; una sessione dedicata ai rapporti tra Campos Venuti e le istituzioni; un focus sulle esperienze di pianificazione; una tavola rotonda incentrata su Roma e in particolare sul piano di cui Campos Venuti è stato il coordinatore dei consulenti, che oggi Ricci definisce “esperienza emblematica, uno degli ultimi piani riformisti”. Nel convegno si è sviluppata non solo la celebrazione di Campos Venuti, della sua vita “dedicata all’urbanistica, all’amministrazione e alle istituzioni”, ma anche un messaggio di “apertura al futuro: anche nei momenti più bui bisogna credere nel cambiamento”, conclude Ricci. A sottolineare il forte legame tra Campos Venuti e l’Inu (ne è stato presidente e presidente onorario) c’è stato l’intervento nel corso del convegno del presidente Talia, che oggi sottolinea che “Campos Venuti, la sua lezione, il suo operato, rappresentano un momento fondamentale della storia dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Lo ricordiamo proprio all’apertura del 2020, un anno importante, il novantesimo dalla nascita dell’Inu. Intendiamo dare il giusto rilievo a questo anniversario; a breve presenteremo un insieme di iniziative che non saranno solo di celebrazione, ma anche di riflessione e di approfondimento nei confronti delle sfide per la disciplina urbanistica e per il governo del territorio”. Talia aggiunge che “Campos Venuti ha dato un fondamentale contributo a questa riflessione, fino a rappresentare il simbolo dello stesso concetto di riformismo in urbanistica. Nella storia dell’urbanistica è stata sovente avvertita l’esigenza di aggiornare il quadro d’insieme e di pensare ad una nuova idea di città, attribuendo proprio al riformismo il compito di prefigurare il cambiamento. Oggi, in particolare, in una società che appare sempre più appiattita sul presente, c’è la necessità di avvalersi di un pensiero in grado di misurarsi con il lungo periodo”. Paolo Galuzzi ha coordinato la sessione dedicata al rapporto tra Campos Venuti e le istituzioni: interventi tra gli altri a “illuminare” il ruolo e il contribuito in Inu, al Comune di Bologna, nel Consiglio superiore dei lavori pubblici, al Ministero per la Coesione territoriale in particolar modo nella ricostruzione dell’Aquila, nel confronto con le associazioni e la cultura ambientalista. Galuzzi ricorda che “Campos Venuti teneva molto a un rapporto che fosse il più possibile intrecciato con le istituzioni: per lui amministrare l’urbanistica significava coltivare un rapporto in cui le innovazioni fossero recepite nelle istituzioni. Una visione che ha applicato nella sua esperienza da amministratore (da assessore all’Urbanistica a Bologna e da consigliere regionale in Emilia-Romagna) ma anche all’interno dell’Università, nei rapporti con i Ministeri, nel confronto con il Consiglio superiore dei lavori pubblici che ha presieduto proprio in un’ottica di innovazione, tentando lo stesso approccio riformista in un certo senso ‘possibilista’, ovvero delle cose possibili”. Piergiorgio Vitillo ha coordinato la sessione dedicata alle esperienze e alle pratiche di pianificazione. La riassume così: “Cinque interventi, che rappresentano una sintesi nelle diverse regioni di piani di maggior livello e riconoscibilità: innanzitutto Ivrea e Cuneo, l’ultimo piano di Rimini (il nuovo piano strutturale), poi il piano di un piccolo Comune ma significativo, Monteveglio, in provincia di Bologna: il sindaco al momento della redazione del piano, Raffaele Donini, oggi è assessore regionale all’Urbanistica, per cui è interessante osservare quanto di quell’esperienza si è trasferita a livello regionale. Ada Lucia De Cesaris, che è stata assessore all’Urbanistica a Milano, ci ha parlato del rapporto che ebbe con Campos Venuti al momento dell’eredità del piano milanese, l’importanza che lui ebbe, a livello di interlocuzione, nella scelta di una riforma intelligente di un processo urbanistico già avviato. Infine Reggio Emilia, dove Campos Venuti è stato l’autore di un Prg negli anni Sessanta del secolo scorso, negli anni Novanta, e infine del piano strutturale con Graziano Delrio sindaco”.


A cura di Andrea Scarchilli Ufficio stampa Istituto Nazionale di Urbanistica

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